Etica, deontologia e responsabilità professionale in sanità anche alla luce della Riforma Cartabia
Il corso è “centrato” sulla relazione tra professionista e persona assistita, che deve avere alla base principi etici condivisi, prima ancora che deontologici e normativi. La salvaguardia dei valori fondanti del Sistema Sanitario Nazionale: Universalismo, Uguaglianza e Solidarietà sono temi che i giuristi sono chiamati ad affrontare nel quotidiano date le continue modifiche legislative, ivi inclusa la recente Riforma Cartabia. Nonostante gli sforzi, e le conquiste fatte, il SSN è sempre più a rischio e, quindi, il confronto posto alla base del corso si propone di accelerare il passo della trasformazione, colmando le lacune rese evidenti dal Covid che rendono la medicina territoriale, i servizi di prossimità, i servizi domiciliari, l’alfabetizzazione digitale, obiettivo prioritario e non procrastinabile, in linea con il PNRR e con la Riforma Cartabia. Esperti delle diverse professioni sono invitati a sviluppare le proprie considerazioni sui punti in comune dei rispettivi codici deontologici confrontandosi su argomenti trasversali, interprofessionali e multidisciplinari, come la ““depenalizzazione della colpa medica” che non vuol dire privare la vittima di “errore in sanità” del risarcimento dei danni; ma al contrario, agevolare la strada della relazione e della conciliazione che passa attraverso una corretta comunicazione ed il “consenso informato” che, ai tempi della sanità digitale e della Riforma Cartabia, si caratterizza di nuove forme di Risoluzione alternativa delle controversie. Tutte le parti coinvolte traggono beneficio da una gestione del contenzioso efficace e non conflittuale: persone assistite, professionisti della salute e istituzioni. “Il tempo della relazione è tempo di cura” e, dunque, di fronte ai comportamenti negligenti tutte le professioni intellettuali devono porsi l’obiettivo di adottare i medesimi criteri nel procedimento disciplinare e nell’applicazione delle sanzioni di fronte a condotte simili. È auspicabile colpire nel medesimo modo “l’abusivismo e la scorretta informazione”, anche attraverso la medesima interpretazione e applicazione della Legge 3 del 2018. In ogni tappa, e per ogni fascia di fragilità, sarà previsto un focus sui temi dell’identità digitale e dell’esercizio della cittadinanza digitale. E’ necessario affrontare insieme i “diritti ed i rovesci di questa iper connessione” e riflettere sulle gravissime ripercussioni che la rete ha sui giovani dato l’aumento sconsiderato dei “ritirati sociali” (cd. Hikikomori) dovuto a perdita di autostima, depressione, esclusione, cyberbullismo. E’, dunque, indispensabile avere il medesimo approccio etico di tutte le professioni pure nella dimensione digitale, in un mondo sempre più dominato dall’Intelligenza artificiale. Per questo la “sicurezza”, anche delle cure, deve essere protagonista e sul punto è importante confrontarsi sullo stato di attuazione della legge 24 del 2017 e sul necessario coordinamento della stessa legge Gelli con la Riforma Cartabia, nonché interrogarsi su ogni profilo di responsabilità e sul controllo dei rischi in sanità. Il Corso si è posto l’obiettivo di individuare 8-10 argomenti nodali, trasversali a tutte professioni coinvolte, così da poter ottenere risultati comuni singolarmente utilizzabili, garantendo comunque logicità e coerenza complessiva delle condotte e delle eventuali sanzioni ponendo grande rilievo alle procedure di risoluzione alternativa delle controversie (specie alla mediazione ed alla conciliazione) rafforzate dalla Riforma Cartabia; anche attraverso l’armonizzazione dei criteri e delle procedure di formazione degli albi dei periti e dei consulenti tecnici. Una sfida complessa, perché si tratta di stimolare tanti interventi a livello istituzionale dal punto di vista sanitario, sociale, assistenziale e relazionale, con l’obiettivo di aver “cura” delle persone a 360 gradi, ad ogni età, e rispondere a tutti i loro bisogni ed esigenze, anche attraverso la garanzia dei loro diritti (e doveri). La giustizia, nella visione della Riforma Cartabia, è considerata sempre più un bene comune che trova risposte attraverso le forme alternative di risoluzione delle controversie (cd. ADR), e non nei tribunali. Una progressiva applicazione di tali istituti può avere un impatto fortemente positivo sull’efficienza della pubblica amministrazione e su una nuova cultura di fiducia tra cittadini e istituzioni, specie in ambito sanitario riducendo le medicina difensiva.